mercoledì 28 maggio 2025

La situazione politica , in Libia, sembra muoversi! Intervento di Leonardo Elia

 Manifestazioni venerdì  a Tripoli  e in Tripolitania ,enormi, che chiedono le dimissioni del premier Dadaiba (nella foto), riconosciuto da tutto l’occidente, Italia inclusa, ma messo lì, non espressione di volontà popolare, e  pretendono lo smantellamento  delle milizie criminali che lo sostengono. E chiedono di indire finalmente nuove elezioni.

Cerco di procedere con ordine. La situazione politica , congelata , in Libia sembra muoversi.

Non è una rivoluzione “colorata” , la gente è scesa in piazza, per cacciare il governo di Tripoli, che nessuno ha eletto, che si regge sulla presenza di bande criminali, che si finanziano con  il commercio del petrolio esportato nell’illegalità più assoluta. E che gestiscono la tratta di migranti , facendoli vivere in condizioni spaventose.

Tra l'altro le suddette bande hanno incominciato a spararsi tra loro. Segno di debolezza di tutto un sistema.

Quindi governo assolutamente illegittimo che sopravvive attraverso  il finanziamento , suo e delle milizie criminali che lo proteggono.

Tra l'altro ricordate il caso di Al Masri  qualche mese fa? Ricercato dalla Corte Penale Internazionale  per crimini contro l'umanità, torturatore di migranti. Silenzio del governo, putiferio delle opposizioni , finchè Minniti ex ministro dell'interno, lapidario, sentenzia  che si sarebbe dovuto mettere il segreto di stato.

Perché?

Semplicemente perché lo , e con lui tutte le milizie, lo abbiamo finanziato per gestire , da par suo il problema degli schiavi che incanala verso l'Europa, verso di noi.

Le milizie oltre a essere i pretoriani di un leadership  di non eletti, sono anche i nostri referenti nella gestione della immigrazione attraverso il Mediterraneo, anche se sono dei torturatori, degli estorsori, dei banditi a tutti gli effetti.

La transizione democratica, i libici la pretendono attraverso libere elezioni  che dai sondaggi dovrebbero  portare al potere Saif Gheddafi, figlio del Rais, nome impronunciabile in occidente.

Impronunciabile anche perché , se eletto , unificherebbe la Libia, che finirebbe di essere un stato mafioso, accettato e alimentato da noi occidentali in quanto tale. Finirebbe la Libia di essere un burattino nelle nostre mani.

Che insieme al AES, Alleanza degli Stati del Sahel, Mali, Burkina Faso, Niger, forse presto Senegal e Costa D'Avorio, contrastando i terroristi a sud del Sahara, aiuterebbe la lotta , quella reale, legittima, contro la  nuova tratta degli schiavi.

L'Africa agli africani, finalmente, senza doppi standard imposti dagli occidentali, la fine, reale, del colonialismo.

Una fascia dal Mediterraneo, verso sud, che pensa di uscire una volta per tutte dal sottosviluppo, in cui l'unica possibilità data ai giovani è stata sempre offrirsi ai criminali per emigrare in Europa, dove ingrossare le fila di un sottoproletariato servile.

Funzionale al sistema in cui cui noi viviamo.

In tutto questo un governo italiano, come tutti quelli che lo hanno preceduto, silente, che ha puntato sulla pedina sbagliata e che , ha permesso ai Turchi che invece hanno le idee chiare, e si stanno muovendo con grande spregiudicatezza, di tornare in Libia da dove mancavano dal lontano 1911, cacciati proprio da noi.

Il governo italiano si allinea più con gli stati baltici, guerrafondai, e disinteressati al nostro destino, piuttosto che pensare ai nostri interessi , come geografia insegna.

Per concludere invito ad una riflessione.

Non può non essere notato che una protesta importante, che riempie piazze, che pretende di liberarsi dal giogo di milizie criminali, e chiede a gran voce elezioni, tutte in sintonia con ciò che è propugnato dall'occidente dei valori, da noi, passi sotto silenzio della maggior parte della stampa.

Il comportamento della stampa, quando agisce all'unisono è un indicatore degli umori di chi manovra realmente i fenomeni.

Il suo silenzio, colpevole, forse significa il tentativo di congelare ciò che accade, in attesa di elaborare una strategia nuova.

Per contrastare un cambiamento che non può più essere rimandato.


lunedì 26 maggio 2025

Papa Leone XIV il primo Papa nord americano- Intervento di Leonardo Elia

Papa Leone XIV, al secolo cardinale Prevost, cardinale di Chicago. Primo Papa nord americano. Agostiniano, quindi frate dell’ordine di Agostino di Ippona, ordine colto, lui laureato  in matematica , filosofia e teologia.

Ha avuto numerosi incarichi di prestigio a Roma, in Vaticano.

E’ stato a lungo in Perù, vescovo, addirittura vicepresidente della conferenza episcopale peruviana.

Ha la cittadinanza peruviana. Quindi conosce assolutamente bene la realtà spesso drammatica  del sud del mondo. Ha con sé l’odore di pecora, come avrebbe detto papa Francesco.

Non bisogna dimenticare che il papa è a capo, dell’unica monarchia assoluta , l’unico  potere a vocazione universale della terra. Unisce alla sua vita in Nord America, l’esperienza in America latina, in importanti istituzioni vaticane , a Roma, e una cultura di livello molto alto.

Premetto , avendo  io avuto un’educazione laica, di cadere forse in  imprecisioni formali, nell’esprimere quello che penso in questo campo.

Per capirci il vescovo di Lima, in precedenza era il cardinale Cipriani Thorne , un conservatore, in odore di Opus Dei. Dopo di lui si è insediato il cardinale Mattasoglio, legato alla teologia della liberazione, che si dice essere stato un grande sponsor della candidatura di Prevost al soglio pontificio.

Per capirci la teologia della liberazione mette al centro il ruolo della chiesa nella società  , mirando all’emancipazione sociale e politica , dei poveri.

Corrente che prende in America Latina dei connotati assolutamente politici, non apprezzati in toto da un papa, come Giovanni Paolo II, invece  papa slavo, polacco anticomunista. Che cerca, riuscendoci , di limitarne l’influenza,  per esempio con la nomina a vescovo e cardinale del conservatore Cipriani, già citato. Allontanando  così in quell’area geografica la chiesa cattolica dai diseredati  cosa che ha aiutato la diffusione delle sette evangeliche nord americane, da cui addirittura  proviene Bolsonaro, che è stato presidente del cattolicissimo Brasile.

Così ci si rende conto , credo , delle sfide che fronteggerà il nuovo pontefice, perchè dovrà confrontarsi con  i protestanti nord americani, spesso integralisti, molto differenti dai protestanti europei. E gestire la faglia interna ai cattolici Usa, incarnata dal “neofita” Vance, vicepresidente, convertito da poco al cattolicesimo.

Che è sintetizzata  dalla differente interpretazione dell’agostiniano concetto di “Ordo Amoris”.

Cioè i differenti livelli in cui si deve esprimere l’amore per il prossimo . In soldoni , di chi bisogna interessarsi prima. Per Vance bisogna privilegiare  i cittadini dello stato(USA), quindi visione identitaria, con rimpatri forzati di immigrati, in netto contrasto con l’ idea egualitaria che può avere un pontefice che ha fatto il missionario in Perù.

 Il ruolo della chiesa nel sociale, può essere compreso anche dal nome pontificale che il cardinale Prevost si è dato, che richiama il Leone XIII della Rerum Novarum, praticamente la base della  dottrina sociale della chiesa.

Poi ci sono due temi, importantissimi che da subito papa Leone ha evidenziato, il primo la libertà di stampa, e poi l’intelligenza artificiale. Collegati e molto tra loro.

La libertà di stampa senza la quale Leone XIV afferma che  non ci può essere democrazia. Vedremo come il pontefice declinerà questo concetto, considerando, al netto dei regimi autocratici e illiberali , come  nelle “democrazie” occidentali, i tentativi di influenzarla si stanno moltiplicando, per  indirizzare il consenso. Negli ultimi anni, sono stati moltissimi gli interventi , anche nei social che hanno mirato a silenziare voci divergenti, per ultimo le pressioni dei servizi francesi su Telegram, per influenzare le elezioni presidenziali rumene.

La libertà di stampa, concetto importante, deve essere libertà di chi scrive, ma anche , principalmente, libertà di chi legge e ascolta.

Come anche  il suo citare l’intelligenza artificiale, il suo utilizzo non etico, pericoloso, che sicuramente  lo metterà in rotta di collisione con Thiel , Musk e tanti altri, tutti entourage trumpiano,  che immaginano un futuro  distopico, che ritengono la democrazia un metodo di governo inefficace ed inefficiente , da superare attraverso l’utilizzo massiccio della tecnologia. Gli oligarchi del tecnofeudalesimo, come li ha chiamati Varoufakis per intenderci.

Quindi questo primo papa nordamericano , credo abbia intenzione di dire la sua  , su argomenti  che caratterizzano la linea di faglia sociale , storica , antropologica ,che stiamo vivendo, in cui si nota l’assenza assordante della politica, ammesso che ancora esista .

Borrel con la sua infelice affermazione della divisione del mondo in due parti, il giardino, noi occidentali, e la jungla tutto ciò che sta fuori, ha sancito la nostra incapacità di capire  “gli altri”.

Questo  papa , dall’alto del suo magistero universale, fatto sostanza dalla sua esperienza , riuscirà a colmare la lacuna , così “ magistralmente” espressa dall’ex commissario europeo?

Sarà capace prima di tutto di comprendere le ragioni di chi vive nel mondo, al di fuori delle certezze autoreferenziali e ipocrite , che ci siamo costruite nell’occidente allargato?


mercoledì 21 maggio 2025

Salviamo il salvabile - intervento di Leonardo Elia

Trump, si sta dissociando da Israele. Per la prima volta un presidente Usa prende le distanze apertamente dal governo di Tel Aviv.

Le pressioni americane già hanno portato  al cessate il fuoco a Gaza qualche mese fa, con lo scambio di ostaggi, ma gli attacchi aerei sono ricominciati con più forza dopo poche settimane , continuando a uccidere un gran numero di civili inermi.

Ma ora la situazione è cambiata, e  la minaccia di abbandonare Netanyahu e la sua politica è concreta.

E si vede anche dalla volontà di gestire in prima persona l’arrivo e la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza, ormai ridotta alla fame.

Come il tirarsi indietro nelle operazioni aeree contro gli Houti in Yemen, e concordare colloqui tra delegazioni statunitensi   e iraniane in Oman.

In più un viaggio nelle monarchie del golfo, senza il passaggio, obbligato, primario e preparatorio in Israele.

Chiaramente Donald , da bullo qual è, ha prima minacciato , yemeniti , Hamas, iraniani,di conseguenze terrificanti, in caso di opposizione ai disegni americani, per poi sedersi al tavolo delle trattative.

Più o meno quello che è successo e che ha portato ai colloqui con la Cina di Ginevra.

Questo  accade  semplicemente perché Trump,  e una parte della sua amministrazione, ha fatto un rapido calcolo del rapporto costi benefici, rendendosi anche conto, finalmente, dell’eredità avvelenata lasciata dalle precedenti amministrazioni, dem ma non solo. E ha licenziato Waltz, segretario alla sicurezza nazionale , che rappresentava quelle forze iper fedeli a qualunque follia partorita, dal governo israeliano, inclusa la guerra a oltranza a Gaza, e l’attacco all’Iran.

Si è reso conto che un’ ostinato lealismo nei confronti di Israele, esponeva gli Usa a una perdita di credibilità politica , militare, e anche economica vista la crisi in cui versano gli Usa, e che il presidente sta cercando di combattere con metodi che definire irrituali,è riduttivo.

Una superpotenza che si ritira dal Mar Rosso, perché rischia avere le sue portaerei  colpite e i suoi costosissimi aerei abbattuti, da missili lanciati da forze armate di un paese di pastori.

Costa troppo il supporto  a Israele  che è completamente dipendente dagli aiuti americani, dal punto di vista finanziario e militare. Alcuni affermano che ne è consapevole anche la potentissima lobby sionista americana. Israele , di fatto ostacola, il disegni di Trump, in Medio Oriente.

Israele in più è una realtà in crisi, economica, sociale, di credibilità, visto il cul de sac in cui questo governo di pazzi l’ha cacciata, con almeno tre fronti militari aperti, da cui Tel Aviv può uscire solo ammettendo la propria sconfitta.

E l’aria sta cambiando, e lo si vede anche dall’accordo con l’Arabia Saudita, a margine  degli investimenti promessi da tutte le monarchie del golfo, per  lo sviluppo del nucleare civile, cosa che fa  venire l’orticaria, da sempre a tutti i governi israeliani

Tutte queste mosse servono per favorire la pace e stabilizzare il Medio Oriente,  e favorire i commerci, per esempio la  via del cotone,  pace e stabilizzazione di un’area essenziale tra l’ Asia e l’Europa, pace e stabilizzazione,  che tutti hanno sempre voluto, escluso Netanyahu, e le amministrazioni neo conservatrici americane.

E che , per inciso , interessa primariamente anche a noi, nazione mediterranea per eccellenza.

L’atteggiamento dei nostri mass media  è significativo però,  sembrano essersi dimenticati, di colpo, come anche le opposizioni, dell’assioma tra antisemitismo, e antisionismo, con buona pace della senatrice Segre. E’ si stanno accorgendo  in ritardo, del genocidio in atto.

E quando i tromboni cambiano musica vuol dire che qualcuno gli ha passato un nuovo spartito.

L’atteggiamento della stampa da prima serata, è sempre importante per capire la direzione che ha preso il potere ,quello vero.

 

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