“Nella discussione scientifica si dimostra più ‘avanzato’ chi si pone dal punto di vista che l’avversario può esprimere un’esigenza che dev’essere incorporata nella propria costruzione.”
Antonio Gramsci da “i quaderni dal carcere”.
Essere radicali non vuol dire essere estremisti, ma più semplicemente andare alla radice del problema, per meglio comprenderlo e in una dialettica politica, cercare di porre delle basi comuni all’interlocutore, e/o avversario. Il dialogo, semplicemente.
Nei rapporti internazionali questa si chiama diplomazia, che di fatto esiste sempre , anche quando non appare apertamente come nei conflitti.
Detto questo parliamo della vera e propria aggressione verbale che ha subito il professor J. Sachs nella trasmissione di Formigli da parte del senatore Calenda.
Quest’ultimo ha avuto in passato incarichi ministeriali, anche importanti.
Invece J. Sachs, professore della Columbia University, è un testimone oculare , e di livello, di tutti i cambiamenti che sono avvenuti in Russia e Ucraina, e non solo, negli ultimi 30 anni, avendo collaborato sul terreno a lungo con il Dipartimento di Stato.
Quando parla della guerra in Ucraina esprime delle idee assolutamente condivisibili, sottolineando le responsabilità occidentali , responsabilità , aggiungo io, che sono costate la vita di centinaia di migliaia di ucraini. Profondo conoscitore dei travagliati momenti successivi all’implosione dell’Unione Sovietica, perché inviato lì dalle amministrazioni americane.
La cosa che mi ha colpito è stata la reazione , rabbiosa , di Calenda, che ha dato del bugiardo al professore, perché con la sua narrazione mette in discussione le basi della politica europea nei confronti di Mosca, e non solo.
Non mi va di perder tempo a commentare il comportamento del senatore.
Ma vanno sottolineate alcune cose.
La prima che questo comportamento offensivo da parte di un ospite è stato permesso, e di fatto tollerato dal conduttore della trasmissione, che ha avuto , secondo me un atteggiamento “tiepido” nei confronti del comportamento villano del parlamentare italiano, tra l’altro un abituè dei talk show nostrani, e questo lo dice lunga sulla selezione degli ospiti nelle trasmissioni .
Ma principalmente , ricordando il pensiero di Gramsci con cui ho aperto questo mio intervento, l’impossibilità di condividere, anche come tentativo , un piano di discussione comune con l’interlocutore, su argomenti tanto importanti.
Il dramma dell’occidente è la totale incapacità di capire gli altri, le ragioni degli altri.
Gli Usa hanno la stella polare dell’interesse nazionale, espresso spesso contraddittoriamente da Trump e dalla sua cerchia. Non capiscono l’altra parte del mondo, ma almeno, per loro, hanno una direzione e si misurano con quella.
Il dramma è tutto europeo, con l’Unione che subisce gli americani, e che non sa darsi rapporti internazionali degni delle sua capacità, una storia di ottima diplomazia , e avere rispetto dei popoli e società con cui si relaziona. Chiusa al dialogo, incapace di capire gli altri , le ragioni dell’altra parte del mondo.
Che rinnega la storia di tutto il nostro continente , che aveva fatto tesoro del dramma della seconda guerra mondiale.
Un atteggiamento tardo colonialista, suprematista, un bluff e basta.
Il problema del nostro paese, e non solo , è che quando si osservano le prese di posizione del governo e delle opposizioni, che dovrebbero pensarla differente su argomenti come politica della sicurezza in Europa, leggi rapporti con la Russia, ma anche sulla Cina, sul genocidio in Palestina, riguardo al Nobel per la pace alla Machado, quindi America Latina, si osserva una uniformità imbarazzante della politica nostrana.
Un atteggiamento che non solo non capisce le ragioni del l’interlocutore, ma anche polarizzando la discussione , estremizza le posizioni, emarginando di fatto le voci dissenzienti.
Quello che sta succedendo nel nostro paese e in tutto il nostro continente.
Così si spiega l’aggressione di Calenda in Tv, la narrazione ufficiale è quella. E disumanizzando l’avversario, i russi ,quindi Putin , si spinge a continuare una guerra, persa, sul sangue degli ucraini, si crea un nemico esistenziale, la Russia, che giustifica una politica di riarmo, orchestrata , con il consenso di quasi tutti i governi europei, da una commissione europea, pessima, come , pessima è la commissaria Von der Leyen, come pessima è la sua cricca.
È il delirio di una elite , un delirio non so quanto voluto, non so quanto subito, sicuramente utilizzato da chi realmente gestisce il potere manovrando questi burattini.
Un delirio pericoloso, che sembra cercare un pretesto, un casus belli che potrebbe farci sprofondare in un conflitto con la più grande potenza militare, e nucleare del pianeta.
Elite che ripeto ancora non capiscono il mondo, come anche le società che, dovrebbero , rappresentare.
In Italia e in Europa, ora, non vedo differenze importanti tra governi e opposizione, uniti dalla stessa follia.
Con , nel giorno della festa delle forze armate, il solito, ineffabile presidente della repubblica Mattarella, che sussurra al ministro della difesa le solite, per lui, parole , per me imbarazzanti , sul bisogno di armarsi per combattere il pericolo russo.
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